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| l a mia religione | |
| | Autore | Messaggio |
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freddy111
Numero di messaggi : 13 Età : 39 Localisation : napoli Data d'iscrizione : 14.01.09
| Titolo: l a mia religione Mer Gen 14, 2009 1:18 pm | |
| sono nuovo, mi sono appena iscritto, non sapevo nemmeno dell'esistenza di questo forum, ma amavo valentina come un'amica che non ho mai conosciuto. il suo disco è sempre stato uno dei più belli, di quelli più importanti per me, per la mia vita e sapere all'improvviso che una creatura cosi magica abbia abbandonato questo mondo mi ha reso triste. quasi come perdere un pezzo del mio passato e di uan speranza per il futuro. attendevo il ritorno di valentina e ora, anche se sicuramente ci sarà un album postumo, non sarà di certo la stessa cosa... vale manca. nonostante non si vedesse mai, nè in tv, nè in radio, sapevo, sapevamo che lei esisteva, che da qualche parte attendeva solo il momento buono per ritornare. poi l'evento... quello che ci ha fatto piangere, e fatto credere in dio. anche quelli come me che non hanno mai avuto molta fede... perchè abbiamo bisogno di credere che vale sia viva ed io lo faccio a modo mio. ecco la religione in cui credo, e in cui, spero, che vale trovi un eterno sorriso.
Valentina era sulla scogliera non troppo lontana da casa sua. Era vicina alle cose che l’avevano vista crescere, ma si sentiva protetta dagli alberi radi che crescevano poco distanti da lì. Girava in tondo come fosse ancora una bambina e pensava, rifletteva, giocava con le dita fingendo di poter plasmare un mondo nuovo fatto delle cose che le piacevano. Cantava spesso e la sua voce sembrava non avere limiti, sembrava potesse attraversare il mare, le montagne lontane eppure così vicine, infiltrandosi nei rami più alti di quegl’alberi che amava, che adorava come dei. La sue mani plasmavano incessanti tutti i suoi pensieri e cercava pace fra di essi. Raramente si fermava, come uno spirito libero, sembrava che la sua linfa vitale fosse inesauribile. Tutti la conoscevano per ciò che lei mostrava di essere, ma nascondeva dentro sé, nuovi mondi, vecchi amori, gioie e lacrime infinite. I suoi occhi trasmettevano la gioia “del cosi poco”, era desiderosa di cose nuove, ma non riusciva a non essere felice di quello che aveva. Qualche volta, sulla scogliera, si spogliava e nuda ballava e cantava senza sosta. Poco più in là, nelle foglie degl’alberi le fate la guardavano affascinate e un poco invidiose della sua capacità di spogliarsi dai peccati e di sembrare pura come una perla senza graffi. Lei sapeva, ma non diceva nulla. Ogni anno arrivava l’inverno e la neve ricopriva i suoi posti. Non vedeva più il verde che la circondava per tutto l’anno, ma era ugualmente felice di poter camminare silenziosa sprofondando nella neve alta. Come una fata della terra si sentiva protetta da quel manto bianco. Credeva che la neve proteggesse l’erba, i fiori, che difendesse i suoi pensieri più cupi. Il bianco così puro l’affascinava e come chiunque sognava un’altra stagione. Estate, primavera. Sognava le metamorfosi più surreali spesso credendo che si sarebbe trasformata in una farfalla dai colori sgargianti non appena i fiori si sarebbero risvegliati. Anche in inverno, anche col freddo, Valentina ballava e cantava senza fermarsi. Poi arrivavano puntualmente le delusioni che tutti provavano nel corso della stagione della vita. Anche lei piangeva, anche lei nutriva rabbia, e trasformava le sue emozioni in parole consegnate al vento e al mare. Le mutava in note date alle fate che la consolavano senza parole, silenziose, ma vicine, che ascoltavano, senza giudicarla, perché sapevano che presto Valentina si sarebbe trasformata, un giorno, in una di loro. C’era tempo, ma il fuoco brucia velocemente decine di pagine scritte dal destino in una sola fiamma e Valentina smise di ballare e di cantare. La sua passione, la sua vita si consumò senza ragione, senza poesia. Banalmente in un incidente. C’era chi piangeva e si dannava, chi s’incolpava, chi pregava un dio in cui poco prima non credeva, ma c’era anche chi era felice. Gli alberi, la scogliera, il mare e il vento, le foglie e le fate finalmente avevano trovato qualcosa in cui credere. Nessuno era mai riuscito ad avvicinarsi così vicino alle fate e le fecero un dono. Le diedero enormi ali sfavillanti di colori senza tempo, e le sue canzoni, accompagnate dalla sua danza semplice eppure sublime, divennero le formule che avrebbero cambiato il corso delle stagioni. Valentina, sorridendo accettò l’invitò e si unì alle fate non facendo caso alla vita finita, perché lei stessa aveva visto avvicinarsi alla scogliera quella nuova vita, piena di quei giochi e di quei mondi che aveva plasmato in tutti quegl’anni. Qualche volta si divertiva a fare scherzi a chi le aveva voluto bene. Volteggiava sulle loro case in piena estate e lasciava cadere gocce di pioggia.
Cantava con le fate volteggiando leggera senza pensieri. “Io sono in volo, sono libera! non ho confini intorno a me, sono un pensiero, sono musica …” e poi ritornava nella sua stanza, avvicinandosi alle persone che continuava ad amare donando l’aria che lei stessa aveva respirato per non farsi dimenticare, ma Valentina non immaginava minimante che anche oltre quella scogliera, che oltre le montagne, ci sarebbero state persone che non aveva mai conosciuto, che non avrebbero dimenticato la leggenda della creatura nuda affacciata sul mare. La storia di una leggenda durata poco, ma che continuerà a vivere fino a quando le fate non smetteranno di cantare le sue canzoni. | |
| | | LiFeAnDdEaTh
Numero di messaggi : 300 Età : 34 Data d'iscrizione : 06.01.09
| Titolo: Re: l a mia religione Mer Gen 14, 2009 6:18 pm | |
| - freddy111 ha scritto:
- sono nuovo, mi sono appena iscritto, non sapevo nemmeno dell'esistenza di questo forum, ma amavo valentina come un'amica che non ho mai conosciuto. il suo disco è sempre stato uno dei più belli, di quelli più importanti per me, per la mia vita e sapere all'improvviso che una creatura cosi magica abbia abbandonato questo mondo mi ha reso triste. quasi come perdere un pezzo del mio passato e di uan speranza per il futuro. attendevo il ritorno di valentina e ora, anche se sicuramente ci sarà un album postumo, non sarà di certo la stessa cosa... vale manca. nonostante non si vedesse mai, nè in tv, nè in radio, sapevo, sapevamo che lei esisteva, che da qualche parte attendeva solo il momento buono per ritornare. poi l'evento... quello che ci ha fatto piangere, e fatto credere in dio. anche quelli come me che non hanno mai avuto molta fede... perchè abbiamo bisogno di credere che vale sia viva ed io lo faccio a modo mio. ecco la religione in cui credo, e in cui, spero, che vale trovi un eterno sorriso.
Valentina era sulla scogliera non troppo lontana da casa sua. Era vicina alle cose che l’avevano vista crescere, ma si sentiva protetta dagli alberi radi che crescevano poco distanti da lì. Girava in tondo come fosse ancora una bambina e pensava, rifletteva, giocava con le dita fingendo di poter plasmare un mondo nuovo fatto delle cose che le piacevano. Cantava spesso e la sua voce sembrava non avere limiti, sembrava potesse attraversare il mare, le montagne lontane eppure così vicine, infiltrandosi nei rami più alti di quegl’alberi che amava, che adorava come dei. La sue mani plasmavano incessanti tutti i suoi pensieri e cercava pace fra di essi. Raramente si fermava, come uno spirito libero, sembrava che la sua linfa vitale fosse inesauribile. Tutti la conoscevano per ciò che lei mostrava di essere, ma nascondeva dentro sé, nuovi mondi, vecchi amori, gioie e lacrime infinite. I suoi occhi trasmettevano la gioia “del cosi poco”, era desiderosa di cose nuove, ma non riusciva a non essere felice di quello che aveva. Qualche volta, sulla scogliera, si spogliava e nuda ballava e cantava senza sosta. Poco più in là, nelle foglie degl’alberi le fate la guardavano affascinate e un poco invidiose della sua capacità di spogliarsi dai peccati e di sembrare pura come una perla senza graffi. Lei sapeva, ma non diceva nulla. Ogni anno arrivava l’inverno e la neve ricopriva i suoi posti. Non vedeva più il verde che la circondava per tutto l’anno, ma era ugualmente felice di poter camminare silenziosa sprofondando nella neve alta. Come una fata della terra si sentiva protetta da quel manto bianco. Credeva che la neve proteggesse l’erba, i fiori, che difendesse i suoi pensieri più cupi. Il bianco così puro l’affascinava e come chiunque sognava un’altra stagione. Estate, primavera. Sognava le metamorfosi più surreali spesso credendo che si sarebbe trasformata in una farfalla dai colori sgargianti non appena i fiori si sarebbero risvegliati. Anche in inverno, anche col freddo, Valentina ballava e cantava senza fermarsi. Poi arrivavano puntualmente le delusioni che tutti provavano nel corso della stagione della vita. Anche lei piangeva, anche lei nutriva rabbia, e trasformava le sue emozioni in parole consegnate al vento e al mare. Le mutava in note date alle fate che la consolavano senza parole, silenziose, ma vicine, che ascoltavano, senza giudicarla, perché sapevano che presto Valentina si sarebbe trasformata, un giorno, in una di loro. C’era tempo, ma il fuoco brucia velocemente decine di pagine scritte dal destino in una sola fiamma e Valentina smise di ballare e di cantare. La sua passione, la sua vita si consumò senza ragione, senza poesia. Banalmente in un incidente. C’era chi piangeva e si dannava, chi s’incolpava, chi pregava un dio in cui poco prima non credeva, ma c’era anche chi era felice. Gli alberi, la scogliera, il mare e il vento, le foglie e le fate finalmente avevano trovato qualcosa in cui credere. Nessuno era mai riuscito ad avvicinarsi così vicino alle fate e le fecero un dono. Le diedero enormi ali sfavillanti di colori senza tempo, e le sue canzoni, accompagnate dalla sua danza semplice eppure sublime, divennero le formule che avrebbero cambiato il corso delle stagioni. Valentina, sorridendo accettò l’invitò e si unì alle fate non facendo caso alla vita finita, perché lei stessa aveva visto avvicinarsi alla scogliera quella nuova vita, piena di quei giochi e di quei mondi che aveva plasmato in tutti quegl’anni. Qualche volta si divertiva a fare scherzi a chi le aveva voluto bene. Volteggiava sulle loro case in piena estate e lasciava cadere gocce di pioggia.
Cantava con le fate volteggiando leggera senza pensieri. “Io sono in volo, sono libera! non ho confini intorno a me, sono un pensiero, sono musica …” e poi ritornava nella sua stanza, avvicinandosi alle persone che continuava ad amare donando l’aria che lei stessa aveva respirato per non farsi dimenticare, ma Valentina non immaginava minimante che anche oltre quella scogliera, che oltre le montagne, ci sarebbero state persone che non aveva mai conosciuto, che non avrebbero dimenticato la leggenda della creatura nuda affacciata sul mare. La storia di una leggenda durata poco, ma che continuerà a vivere fino a quando le fate non smetteranno di cantare le sue canzoni. Io al contrario ti posso dire che adesso, forse credo molto meno a quel poco in cui credevo prima... xò davvero belle le tue parole... ci sarà un pò di lei in tutti noi... =( | |
| | | freddy111
Numero di messaggi : 13 Età : 39 Localisation : napoli Data d'iscrizione : 14.01.09
| Titolo: Re: l a mia religione Gio Gen 15, 2009 3:24 pm | |
| è appunto quello che volevo far capire io. quando accadono certe cose è difficile continuare a credere, soprattutto se come me, già ci si pone troppe domande. e allora al posto di credere in un dio a volte ingiusto, preferisco pensare che esista un mondo, dove vadano creature speciali dopo la vita e che diventino fate, rendendo la vita meno pesante. bisogna affodarsi ai sensi e credere che forse non tutto è perduto con la morte. | |
| | | LiFeAnDdEaTh
Numero di messaggi : 300 Età : 34 Data d'iscrizione : 06.01.09
| Titolo: Re: l a mia religione Gio Gen 15, 2009 7:09 pm | |
| - freddy111 ha scritto:
- forse non tutto è perduto con la morte.
....forse | |
| | | Marco
Numero di messaggi : 39 Data d'iscrizione : 04.01.09
| Titolo: Re: l a mia religione Gio Gen 15, 2009 7:31 pm | |
| - Citazione :
- è appunto quello che volevo far capire io. quando accadono certe cose è difficile continuare a credere, soprattutto se come me, già ci si pone troppe domande. e allora al posto di credere in un dio a volte ingiusto, preferisco pensare che esista un mondo, dove vadano creature speciali dopo la vita e che diventino fate, rendendo la vita meno pesante. bisogna affodarsi ai sensi e credere che forse non tutto è perduto con la morte.
Io sono credente e in questi casi ho proprio l'effetto contrario... Quando muore una persona è un evento talmente terribile e inumano, talmente sconvolgente che si è portati a domandarsi perchè Dio permetta certe cose... Ma se nel momento in cui si "litiga" con lui ci si allontana non si verrà mai a capo di nulla... Se litigo con te e invece di chiarire mi allontano, quando torneremo ad avere un rapporto decente? Continuo a credere in un Dio che non provoca la morte e il male...Ma che crea soluzioni anche a questo problema...E mi rassereno e me ne compiaccio... | |
| | | freddy111
Numero di messaggi : 13 Età : 39 Localisation : napoli Data d'iscrizione : 14.01.09
| Titolo: Re: l a mia religione Sab Gen 17, 2009 1:48 am | |
| io non credo molto di mio, ma intendevo che cmq o credere in un dio o credere nelle fate o credere in berlusconi, l'importante è credere. è giusto chiarire quando si litiga ma mi verrebbe da chiederti: se io e te litighiamo e mi dici "fan***o" io ti chiedo "perchè mi dici fan***o?" e ragioniamo, ma se io litigo con dio e gli dico "perchè succede questo?" com'è ke non risponde...? come posso chiarire se è lui a non rispondere? :p cmq si va off topic e il mio credere non può risolversi in due o tre commenti... | |
| | | Un Passo nella Neve
Numero di messaggi : 32 Data d'iscrizione : 08.01.09
| Titolo: Re: l a mia religione Sab Gen 17, 2009 5:47 pm | |
| Io sono Ateo e per questa ragione penso poco alle possibilità di una seconda vita. Ma abbraccio volentieri una teoria. Noi viviamo in tutta la natura per sempre. Perchè il nostro corpo nel suo svanire, genera altri esseri e nutre le piante. Questi a loro volta muoiono o nutrono altre creature, che generano altre creature e nel tempo una briciola di ognuno rimane in ogni essere, sempre e per sempre noi esitiamo. Questo perchè la natura ha creato un ciclo che rende sempre vivo ciò che appartiene a lei! Ora capite perchè amo molto la canzone Metamorfosi? | |
| | | alessand Ospite
| Titolo: Re: l a mia religione Sab Gen 17, 2009 11:59 pm | |
| giusto.....la natura ha creato il ciclo....ma la natura con le sue leggi fondamentali le ha fatte DIO ONNIPOTENTE....coraggio fratelli e sorelle |
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| Titolo: Re: l a mia religione | |
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| | | | l a mia religione | |
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